Empatia INVERSA & Empatia DIRETTA

L'immedesimazione nelle proiezioni mentali altrui

-LA PROIEZIONE DELL'IO SUGLI ALTRI & L'EFFETTO INVERTITO-

C'è una una parte importante e determinante delle interazioni sociali che quasi sempre viene ignorata da tutti, cioè gli effetti della proiezione del proprio pensiero sugli altri, infatti accade frequentemente che tramite il linguaggio del corpo e le micro-espressioni (involontarie) gli altri percepiscono l'idea che ci siamo fatti di loro e che reagiscono di conseguenza con azioni condizionate dallo smentire o dal confermare tale interpretazione, alterando così il loro usuale modo di fare e pensare, rispetto a quando non subiscono tale influsso, cioè quando la altrui "osservazione" non ne altera la reazione del loro comportamento naturale, cioè quello tipico e spontaneo di quando si trovano da soli oppure non si sentono giudicati.
Questo tipo di relazione empatica implica che durante la maggior parte dei rapporti sociali molte persone credono di comportarsi in modo spontaneo o diretto, mentre ciò difficilmente accade, perchè quasi tutti ci adeguaiamo a chi abbiamo di fronte, ovvero interpretiamo la mentalità degli altri e questa in parte passa in noi "spingendoci" a pensare ed agire secondo quello che gli altri si aspettano da noi ed a comportarci secondo la loro proiezione mentale, per cui in questa tipologia di situazioni si concretizza "un'io sociale" in cui l'atteggiamento ed il comportamento si allineano al pensiero altrui, per corrispondere all'idea che gli altri hanno di noi, compresi steoreotipi degli omnipresenti preconcetti e pregiudizi (incosciamente inevitabili), dunque durante un qualsiasi rapporto sociale nell'individuo più suggestionabile avviene una specularità delle riflessioni & elaborazioni altrui, anche nei casi dove vi è assenza di comunicazione verbale, perchè tale interazione avviene comunque per merito del linguaggio del corpo involontario che istintivamente avverte gli altri delle impressioni emotive che abbiamo su di essi.
Il lato negativo di questo processo psico-sociale è che non di rado spinge i soggetti più impressionabili a corrispondere involontariamente anche a eventuali preconcetti e pregiudizi, per via del fatto che sono facilmente condizionabili dalle opinioni altrui e dalle impressioni che suscitano negli altri, perciò questo tipo di socialità ad "EMPATIA INVERSA" li porta ad essere eccessivamente accondiscendenti verso i messaggi (consci ed inconsci) altrui e tale schematica relazionale spiega ed evidenzia come ci siano individui portati ad agire contro il loro reale o consueto modo di essere (il vero io), soprattutto quando si trovano ad interagire all'interno delle dinamiche di gruppo, comunque è rilevante comprendere che questo processo psichico in parte (più o meno considerevole) coinvolge tutti e quindi solo chi ne è consapevole lo può gestire e superare.
Grazie alla comprensione di questi processi mentali è possibile spiegare molti degli atteggiamenti negativi o irrazionali in cui "cadono" molte persone durante un'interazione sociale o a seguito di essa, ad esempio quelle dove agiscono scorrettamente verso gli altri o se stessi senza un motivo apparentemente valido, in quanto può accadere che essi si comportino secondo la proiezione mentale negativa che gli altri hanno di loro, corrispondendo agli stereotipi che hanno ricevuto nei loro confronti, perchè considerano tale atteggiamento come una regola sociale non scritta e questo porta entrambe le parti a confondere preconcetti & pregiudizi con la realtà ed incosciamente a fare in modo che essi si realizzino.
La cosa più interessante "dell'empatia INVERSA" ed anche "dell'empatia DIRETTA" è che i processi celebrali che la mettono in azione sono promossi dai neuroni specchio, che non solo sono preposti ad interpretare il pensiero altrui ed emularlo in modo da farci comprendere l'emotività altrui con l'intento di migliorare i rapporti sociali, così da sapere in anticipo come reagiranno gli altri ed andare a costituire nella memoria a lungo termine un'area dedicata ai soggetti che frequentiamo più spesso, ma a volte anche quelli con cui abbiamo avuto una lunga intereazione, tale tipo di neuroni sono programmati per simulare virtualmente in noi le possibili azioni ed i pensieri delle persone più familiari, per sapere in anticipo come relazionarsi al meglio con loro ed evitare di perdere tempo a rielaborare ogni volta quale sia l'atteggiamento più efficace da adottare con chi conosciamo già, quando lo rincontriamo, dunque questa strategia mentale non solo è utile per migliorare i rapporti sociali, ma anche per ottimizzare le relative interazioni facendo risparmiare l'impiego di risorse mentali e velocizzando l'interazione, però ciò implica il generare in noi una parte della nostra mente dedicata esclusivamente agli altri (l'interpretazione che abbiamo di essi), ovvero realizziamo un'io virtuale di qualcun'altro in cui "incorpiamo" i loro dati psichici, cioè il loro modo di pensare, il tipo di emotività e il correlato comportamento, dunque in alcuni casi può anche accadere che questi pensieri ed emozioni si mescolino inconsciamente con i nostri, visto che questi "cloni" della mente altrui (della sua interpretazione) per quanto siano virtuali difficilmente rimangono completamente inattivi, visto che il cervello è completamente interconnesso tra tutte le sue parti e dunque i percorsi neuronali dei processi psichici possono fare qualsiasi tipo di percorso e non è possibile limitare il loro transito solo in alcune parti del cervello che possono attivarsi a livello inconscio generando dei pensieri involontari provenienti dalle informazioni acquisite e la relativa emotività a cui sono associate, ovvero le cosiddette "voci" che alcune persone dicono di sentire dentro di se.
Per questo motivo l'atteggiamento empatico acquisito grazie ai neuroni specchio, permette di comprendere il "funzionamento" psichico degli altri e lo immagazzina in questa particolare memoria dedicata ai rapporti sociali abitudinari o continuativi, ovvero una mente nella mente, inizialmente creata dalla nostra natura evolutiva umana per avere una strategia di comunicazione più vincente e convincente, cioè per emulare possibili pensieri ed emozioni dei conoscenti, così da sapere cosa vogliono in anticipo ed evitare di fare o dire quello che ritengono sbagliato, ma come succede a tante cose essa può altrettanto deviare dal suo utilizzo originario e per cui può portare anche dei problemi di ordine psichico, visto che "l'empatia DIRETTA o INVERSA" può condizionarci in vari modi, ad esempio confermando in parte i pregiudizi che ritengono possibile l'influenza negativa delle frequentazioni sociali (chi va con lo zoppo impara a zoppicare) oppure potrebbe dare alito a disturbi della personalità, quando chi la usa non è consapevole della sua esistenza o di come funziona ed a causa di ciò può elaborarne un'interpretazione di genere mistico o magico, per cui non è improbabile che chi ha una personalità instabile possa confondere i processi empatici riguardanti l'emulazione degli altri, come se fossero entità "reali" facenti parte della propria personalità e ciò spiega come può svilupparsi il fenomeno delle cosiddette "voci" che assillano gli schizzofrenici e l'insorgere di personalità multlipe.
Parlando di empatia è bene ricordare che essa è sicuramente un mezzo di comunicazione e socializzazione straordinario, basato sulla reciproca comprensione, ma come abbiamo visto può diventare anche contro producente, se per motivi culturali o di cattiva istruzione non siamo in grado di comprenderla e di conseguenza neanche di gestirla, comunque come ogni cosa ha delle eccezioni e non di rado presenta "minimi" risvolti negativi anche per chi è in gran parte capace di controllarla, per esempio se si perde qualcuno spesso ci si sente dire la frase: "quando muore un amico o un familiare muore anche un pezzo di noi stessi...", purtroppo sappiate che questa frase non è solo un modo di dire, ma un'avvenimento reale, perchè quando muore una persona che abbiamo frequentato, quella parte della nostra mente empatica che avevamo dedicato a lui o lei incomincia a deperire nel senso letterale della parola, ovvero i nueroni specchio, che erano stati esclusivamente generati per occuparsi dei rapporti sociali con questa persona ormai defunta (o che non c'è più), incominciano ad "assopirsi" per via del loro inutilizzo ed alcuni dopo anni di atrofia moriranno definitivamente per essere sostituiti da quelli nuovi che si occuperanno di altre persone, ma comunque vi è anche una cura naturale a questa degradazione neuronale che consiste nel coltivare il ricordo di queste persone "scomparse" perchè in questo modo i neuroni specchio "dedicati" non si assopiranno per via del loro mancato utilizzo e dunque (in gran parte) impediremo il processo degenerativo che porta alla loro dissoluzione e sostituzione, così che una parte delle persone che abbiamo conosciuto ed apprezzato rimanga sempre con noi.
Sul funzionamento della mente umana è possibile apprendere molte cose interessanti e fondamentali per un buon svolgimento della vita quotidiana sia sociale che individuale, ma in ultima analisi si può affermare che chiunque, per ragionamento o conoscenza, acquisisce una certa consapevolezza di come funzioni la mente, arrivando a comprendere anche come il nostro Io sia solo un'insieme di algoritmi chiamati processi psicologici, questa è in realtà la nostra mente e quello che "crediamo" essere il libero arbitrio, ma fortunatamente noi non siamo solo le elaborazioni del pensiero (inclusi istinti ed emozioni) ma ciò che lo elabora, ovvero siamo la macchina che calcola gli algoritmi e non il calcolo stesso, per cui l'unità della nostra entità psichica è data dal rendersi conto di essere materia pensante (cervello), perchè in questo modo possiamo visualizzare l'Io come qualcosa di tangibile e perciò identificarci con una forma solida, la cui esistenza inconfutabile dissipa ogni dubbio e le relative fobie, mentre se si interpreta l'Io come qualcosa di astratto, tipo il concetto di anima, lo priviamo di quella concretezza necessaria a ritenerlo un punto di riferimento reale, in quanto immedesimandosi in cose astratte come lo spirito o il pensierio si finisce per considerare se stessi altrettanto inconsistenti e di riflesso inesistenti.

 

-CONCETTO COMPLESSO, MA EVIDENTE E RINTRACCIABILE ANCHE IN NOI-
L'empatia "DIRETTA" è la normale empatia, corrispondente al classico concetto fino a qui conosciuto, ma quella "INVERSA" fino ad adesso non era mai stata classificata o veniva confusa con altri tipi di emotività, stati mentali o condizioni psicologiche... tipo una passeggera (momentanea e parziale) schizzofrenia, cosa che non è in quanto anche se può avere dei sintomi in comune, nella sostanza sono assai deversi, visto che questo tipo di empatia comporta una sorta di strategia e dunque una coerente logica di fondo, oltre che essere motivata dalla funzione sociale di andare incontro agli altri o sincronizzarsi con i loro pensieri e emozioni, tutte cose che necessitano di una discreta lucidità mentale di base che persiste anche durante questa immedisimazione invertita, ciò dimostra che non vi è un'altra descrizione altrettanto definita e accurata... perché l'empatia "INVERSA" è la nostra immedesimazione in quello che gli altri provano per noi, ovvero quando noi ci comportiamo o pensiamo a seconda delle loro emozioni nei nostri confronti, in cui ci immedesimiamo facendo quello che gli altri si aspettano da noi, una specie di persistente condizionamento involontario a base emotiva, perciò vi è l'evidenza che questo è un tipo di immedesimazione, ma diversa da quella in cui ci si immedesima nelle emozioni degli altri... in quanto tra di esse diamo preferenza a quelle rivolte specificamente verso di noi, interpretandole come istruzioni involontarie su ciò che dobbiamo apparire agli altri, per immedesimarci nelle loro proiezioni e dare soddisfazione all'impulso sociale di venire incontro agli altri, dettato dall'innato istinto che ci deriva dai neuroni specchio, per questo tale strategia psico-sociale è definibile come empatia "INVERSA"... anche in virtù del fatto che oltre a vari fattori presenta anche quello di essere una sorta di cavallo di ritorno di quella "DIRETTA", dunque avendo tale logica un'evidente cognizione di causa ed essendo stata documentata da una moltitudine di persone che ne prendono coscienza quando si manifesta lo schema di questa dinamica a chi la pratica incosciamente, anche se tale concetto non rientra nelle regole classiche o trazizionali non significa minimamente che non sia vera o non esista, visto che le leggi scientifiche non si creano, ma esistono già prima di essere scoperte, in attesa che apriamo gli occhi per accorgerci della loro perpetua esistenza proprio davanti a noi, che non sappiamo o non vogliamo guardare la nuda & cruda realtà, in quanto spesso va contro i condizionamenti & i pregiudizi che abbiamo subito e fatti nostri non perchè siano dimostrabili. ma per soggezione verso il proprio ambiente sociale o la paura di esservi esclusi o emarginati. 


-SINTESI & ESEMPIO DIRETTO IN PRIMA PERSONA-
"Sento e condivido le tue emozioni (empatia) e per quelle che mi riguardano e provi verso di me ti do soddisfazione immedesimandosi in ciò che credi che io sia, ovvero percepisco e accetto la tua proiezione interpretativa di me, al di la del fatto che sia esatta o meno, cioè entro in simbiosi con te e le tue idee (pensieri-emozioni) nel tentativo-speranza che ciò faccia funzionare meglio il nostro rapporto", realizzando una strategia di comportamento socio-psicologico, che può essere più o meno inconscia, ma che certamente in gran parte è praticata per merito del linguaggio involontario del corpo, tipo: microespressioni, gioco di sguardi, tensione-rilassamento muscolare, dilatazione-contrazione della pupilla, tonalità di fondo della voce, nervosimo rivelabile dall'eccessiva pressione che gonfia i capillari, colorito della pelle (arrossamento emozionale) ecc.


-L'IDEALE & IL PRAGMATISMO-
PER FAR SI CHE I RAPPORTI SOCIALI SIANO SPONTANEI E NON CONDIZIONATI OCCORRE LIBERARE L'IO DALLE CATENE CHE CI HA DATO QUESTA SOCIETA' CONSERVATRICE... MA CON CUI CI SIAMO LEGATI DA SOLI... PERCHE' SOLAMENTE NOI SAPPIAMO CHI SIAMO VERAMENTE E DUNQUE SIAMO GLI UNICI CHE POSSIAMO SALVARE IL NOSTRO IO REALE, PRIVO DELLE DEFORMAZIONI ESTERNE CON CUI CI SUGGESTIONA & CONDIZIONA L'AMBIENTE SOCIALE CIRCOSTANTE... PERCHE' QUELLA COMUNITA' CHIAMATA SOCIETA' ALTRO NON E' CHE UN'ARCIPELOGO DI ISOLETTE VICINE, MA ISOLATE E <> CHE CI COLLEGA TUTTI INSIEME GLI UNI AGLI ALTRI...!!!
((>SCIENTIA DOCET<))
 

-AUTORE: Roberto Ferrucci- 
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